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La vicesindaco: “Milano si rafforza nella battaglia
contro le sale slot in difesa dei cittadini” Milano, 19
giugno 2014 – “Siamo particolarmente felici e soddisfatti per la decisione del
Consiglio di Stato. È una grande vittoria per Milano, che si rafforza nella
battaglia contro il gioco d’azzardo: da oggi siamo ancora più determinati ad
andare avanti per tutelare la qualità della vita e la salute di tutti i
cittadini”. Lo ha detto la vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De
Cesaris, dopo che il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Comune di
Milano ridando efficacia all’ordinanza sulla sala scommesse e gioco d’azzardo
di corso Vercelli-via Cimarosa 4. È stata respinta, quindi, la domanda cautelare della
proprietà per l’annullamento dell’ordinanza sindacale del 7 febbraio, in quanto
“appaiono allo stato prevalenti le esigenze di tutela degli interessi pubblici”.
Con quel provvedimento, infatti, Palazzo Marino sospendeva l’attività del locale
per almeno sei mesi, “quale misura eccezionale per la tutela dei soggetti
maggiormente vulnerabili che frequentano le aree e gli immobili in prossimità”
della struttura. Il Comune evidenziava, in particolare, la necessità di
“prevenire il rischio che il gioco d’azzardo crei dipendenza, in quanto
rappresenta una nuova emergenza sociale che colpisce le fasce più deboli e meno
protette, con meno risorse economiche e culturali”. “È un segnale importante anche a livello nazionale – ha
proseguito la vicesindaco De Cesaris – perché incoraggia tutti quei Comuni che,
sull’esempio di Milano, sono già scesi in campo o hanno intenzione di farlo per
contrastare la preoccupante diffusione delle sale slot e di un dramma sociale
che colpisce soprattutto i più deboli”. “A Milano abbiamo già avviato la riorganizzazione del
sistema dei titoli edilizi come le Scia, le Cial e i permessi di costruire
rendendoli più prescrittivi – ha aggiunto De Cesaris – per poter intervenire
preventivamente per quanto possibile: abbiamo introdotto l’obbligo di dichiarare
espressamente le tipologie di attività come le sale gioco e scommesse, oltre al
rispetto delle distanze dai luoghi sensibili. Resta il problema delle sale gioco
aperte prima dell’entrata in vigore della legge regionale, ma contiamo sul
lavoro avviato con Regione e Prefettura per trovare una soluzione che, comunque,
richiede una normativa nazionale”.
Proprio per tutelare la salute dei cittadini, l’articolo 13 del nuovo Regolamento edilizio adottato dal Comune di Milano vieta l’apertura delle sale gioco e delle sale scommesse a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali in ambito socio-sanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, strutture ricettive per categorie protette. Inoltre, sono indicati come ulteriori “luoghi sensibili” i parchi gioco, le caserme, gli ospedali e le cliniche, i luoghi di particolare valore civico e culturale come i musei e le sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza.
Tutte le tappe della vicenda Il 7 febbraio, con un’ordinanza sindacale, il Comune di Milano stabilisce la sospensione dell’attività della sala di via Cimarosa-corso Vercelli per almeno sei mesi, “considerata la situazione di grave allarme sociale e rischio per la salute”. La struttura, infatti, autorizzata dalla Questura il 13 gennaio, occupa ben tre piani di un condominio privato per una superficie di oltre 500 mq, si trova in una zona residenziale e commerciale densamente popolata, ed è vicina a numerosi “luoghi sensibili”, come la chiesa San Pietro in Sala di piazza Wagner, la scuola elementare Giovanni Pascoli di via Rasori, l’istituto professionale Cova di corso Vercelli. Il 13 febbraio il Comune di Milano chiude d’ufficio la sala, considerata la reiterata violazione dell’ordinanza di sospensione dell’attività. Il 20 febbraio il Tar Lombardia dispone la riapertura del locale, accogliendo provvisoriamente la domanda cautelare della proprietà per l’annullamento dell’ordinanza comunale. Con un’ordinanza del 13 marzo, il Tar Lombardia in Camera di Consiglio accoglie definitivamente la domanda cautelare di sospensione degli effetti del provvedimento sindacale del 7 febbraio, fissando per l’8 ottobre l’udienza per la trattazione nel merito.
Il 18 giugno il Consiglio di Stato (quinta sezione) accoglie l’appello del Comune di Milano e, riformando l’ordinanza del Tar impugnata da Palazzo Marino, respinge l’istanza cautelare della proprietà.
Proprio per tutelare la salute dei cittadini, l’articolo 13 del nuovo Regolamento edilizio adottato dal Comune di Milano vieta l’apertura delle sale gioco e delle sale scommesse a meno di 500 metri da scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali in ambito socio-sanitario, luoghi di aggregazione giovanile e oratori, strutture ricettive per categorie protette. Inoltre, sono indicati come ulteriori “luoghi sensibili” i parchi gioco, le caserme, gli ospedali e le cliniche, i luoghi di particolare valore civico e culturale come i musei e le sedi di associazioni di volontariato che si dedicano alla pubblica assistenza.
Tutte le tappe della vicenda Il 7 febbraio, con un’ordinanza sindacale, il Comune di Milano stabilisce la sospensione dell’attività della sala di via Cimarosa-corso Vercelli per almeno sei mesi, “considerata la situazione di grave allarme sociale e rischio per la salute”. La struttura, infatti, autorizzata dalla Questura il 13 gennaio, occupa ben tre piani di un condominio privato per una superficie di oltre 500 mq, si trova in una zona residenziale e commerciale densamente popolata, ed è vicina a numerosi “luoghi sensibili”, come la chiesa San Pietro in Sala di piazza Wagner, la scuola elementare Giovanni Pascoli di via Rasori, l’istituto professionale Cova di corso Vercelli. Il 13 febbraio il Comune di Milano chiude d’ufficio la sala, considerata la reiterata violazione dell’ordinanza di sospensione dell’attività. Il 20 febbraio il Tar Lombardia dispone la riapertura del locale, accogliendo provvisoriamente la domanda cautelare della proprietà per l’annullamento dell’ordinanza comunale. Con un’ordinanza del 13 marzo, il Tar Lombardia in Camera di Consiglio accoglie definitivamente la domanda cautelare di sospensione degli effetti del provvedimento sindacale del 7 febbraio, fissando per l’8 ottobre l’udienza per la trattazione nel merito.
Il 18 giugno il Consiglio di Stato (quinta sezione) accoglie l’appello del Comune di Milano e, riformando l’ordinanza del Tar impugnata da Palazzo Marino, respinge l’istanza cautelare della proprietà.